Italiano crea primo defibrillatore senza fili
Il nuovo defibrillatore sottocutaneo e’ dunque arrivato finalmente alla fase di sperimentazione clinica che coinvolgera’ 320 pazienti in tutto il mondo. Il primo intervento e’ stato eseguito il 15 dicembre scorso al City Hospital di Auckland, in Nuova Zelanda, da Margaret Hood; i successivi tre impianti sono stati effettuati due giorni dopo al Policlinico San Donato di Milano da una e’quipe coordinata da Riccardo Cappato. Successivamente sono stati eseguiti altri 7 interventi ad Auckland e 3 impianti sono stati realizzati in Olanda da Luc Jordaens, direttore dell’Erasmus Medical Centre dell’Universita’ di Rotterdam, per un totale di 14 pazienti trattati a oggi in tutto il mondo. Qui: http://news.paginemediche.it/it/230/ultime-notizie/cardiologia/detail_101336_italiano-crea-primo-defibrillatore-senza-fili.aspx?c1=11
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CO2
Foreste divoratrici di CO2
Ogni ettaro sta assorbendo mezza tonnellata di anidride carbonica in più rispetto a quanto stimato finora, per un totale di 4,8 miliardi di tonnellate l’anno. Le foreste tropicali stanno assorbendo un quinto di tutta l’anidride carbonica prodotta dagli esseri umani con la combustione dei carburanti fossili: una quantità notevolmente maggiore di quella stimata finora, pari a 4,8 miliardi di tonnellate di CO2 l’anno. Qui: http://www.galileonet.it/news/11146/foreste-divoratrici-di-co2
Il metano si fa con la CO2
Nano Letters pubblica lo studio di Craig Grimes, della Pennsylvania State University, che ha guidato il suo gruppo nella realizzazione di un dispositivo in grado di convertire una miscela di CO2 e vapore acqueo in idrocarburi del tutto analoghi a quelli presenti nel metano e in altri gas naturali. La possibilità era già nota, ma il nuovo sistema riesce a sfruttare per la prima volta la luce solare – e non la sola radiazione ultravioletta – e mostra efficienze di conversione venti volte superiori a quelle raggiunte in precedenza. Qui: http://www.galileonet.it/news/11147/il-metano-si-fa-con-la-co2
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Occhi puntati sul nucleare.
Ritorno al nucleare
di Letizia Gabaglio
Più che un accordo fra Francia e Italia, il “memorandum of understanding” sul nucleare firmato ieri è un accordo fra Enel (partecipata statale) ed Edf (statale al 100 per cento). Un accordo che pone le premesse per un programma di sviluppo congiunto dell’energia nucleare in Italia da parte delle due aziende: 4 unità a tecnologia Epr (European pressurized water reactor), la prima delle quali sarà operativa entro il 2020.
Anche se il vero fischio d’inizio potrà essere dato solo quando l’iter legislativo e tecnico per il ritorno al nucleare in Italia sarà completato. In altre parole, sebbene i due capi di Stato abbiano firmato l’accordo, al momento ancora non si sa dove verranno costruite le centrali e dove verranno stoccate le scorie (Dilemma nucleare). La decisione sarà presa dalla costituenda Agenzia per la sicurezza atomica, che secondo i piani del governo dovrebbe essere realtà entro la fine dell’anno e operativa nel 2010.
Qui: http://www.galileonet.it/il-punto/11176/ritorno-al-nucleare
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La frattura tra due Europe
ENZO BETTIZA | |
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Fino a che punto i cittadini dei singoli Paesi dell’Unione Europea, italiani compresi, assordati come sono dalle rispettive controversie domestiche, possono essere in grado di percepire in tutta la sua estensione e gravità l’incombenza di una crisi continentale senza precedenti? Fino a che punto, insomma, riusciamo a comprendere che il vertice lampo dei 27 Capi di Stato e di governo dell’Unione, riuniti ieri a Bruxelles, è stato davvero «straordinario»? Straordinario per tante cose, certo, ma soprattutto perché svolto in una rovente atmosfera di ricatti, accuse, risentimenti che bollivano da un pezzo nella surriscaldata pentola comunitaria e che ormai nessuno, né all’Est né all’Ovest, può fingere di ignorare. Qui: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=5660&ID_sezione=&sezione=— |
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Un esempio per l’Europa
Emanuela Scridel
Secondo uno studio condotto da Eurostat, più di 200.000 persone attraversano ogni giorno i confini della Svizzera per ragioni di lavoro, e il volume dell’interscambio commerciale Svizzera-UE ammonta a più di un miliardo di euro al giorno. I dati forniti dalle analisi condotte dalla Swiss Business Federation nel 2008 evidenziano come la forza lavoro qualificata apportata dagli immigrati sia ad oggi ancora insufficiente rispetto alle esigenze dell’economia svizzera, ed evidenziano in particolare il fatto che tale forza lavoro è complementare e non sostitutiva della forza lavoro elvetica. In un contesto come quello attuale, di crisi economica globale, una maggiore apertura verso l’esterno potrebbe risultare una via per un reale rinnovamento, uno strumento con cui affrontare le sfide che un mondo globalizzato pone.
Qui: http://www.resetdoc.org/IT/Svizzera-esempio-europa.php
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“Questa Chiesa diventerà una setta”
N. Bourcier, S. Le Bars
La Stampa 25-02-2009 |
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Alto e magro, con il volto glabro e il ciuffo ribelle, Hans Küng, considerato il massimo teologo cattolico dissidente vivente, riceve nel suo studio di Tubinga dai muri tappezzati di libri, dove i suoi – tradotti in tutte le lingue – occupano il posto d’onore. Professore, come giudica la decisione del Papa di togliere la scomunica ai quattro vescovi integralisti di monsignor Lefebvre, uno dei quali, Richard Williamson, è un negazionista? «Non ne sono rimasto sorpreso. Già nel 1977, in una intervista a un giornale italiano, Monsignor Lefebvre diceva che “alcuni cardinali sostengono il mio corso” e che “il nuovo cardinal Ratzinger ha promesso si intervenire presso il Papa per trovare una soluzione”. Questo dimostra che la questione non è né un problema nuovo né una sorpresa. Benedetto XVI ha sempre parlato molto con queste persone. Oggi toglie loro la scomunica, perché ritiene che sia il momento giusto per farlo. Ha pensato di poter trovare una formula per reintegrare gli scismatici i quali, pur conservando le loro convinzioni personali, avrebbero potuto dare l’impressione di essere d’accordo con il concilio Vaticano II. Si è proprio sbagliato».Qui: http://www.libertaegiustizia.it/rassegna/rs_leggi_articolo.php?id_articolo=3628— |
Franco Berardi su Rekombinant
Può darsi che io mi illuda (non sarebbe certo la prima volta) ma ho la
sensazione che a Bologna stia accadendo qualcosa che assomiglia all’emergere
di una nuova geografia politica. Una primavera urbana forse si prepara.
Bologna città libera, la lista cittadina che propone Valerio Monteventi come
sindaco della città, nata sull’onda del disgusto per la meschinità
cofferatiana si sta evolvendo in una caotica coalizione di energie culturali
innovative. Il nucleo promotore si è ampliato in maniera tumultuosa
nell’ultimo mese.
Nonostante il silenzio della stampa cittadina, nonostante le sistematiche e
intenzionali contraffazioni delle pagine cittadine di Repubblica e Corriere,
la rete sta proliferando nei cunicoli sociali e psichici della città di
Bologna.
Bologna città libera è l’innominabile della campagna elettorale bolognese,
per la semplice ragione che non si propone di modificare le politiche
amministrative, ma di iniziare un processo di sovversione: sovvertire le
scelte che hanno prodotto il disastro sociale, sovvertire la classe
dirigente incompetente, ignorante, clientelare, conformista che Cofferati
rappresenta bene, ma Delbono, attuale candidato del Partito democratico
bolognese, rappresenta ancor meglio. Chi è Delbono?
E’ l’uomo che negli anni ’90 iniziò la politica di privatizzazione che ha
dominato, come un dogma indiscutibile, le scelte politiche della classe
dirigente veltroniana e berlusconinana e non smette naturalmente di essere
l’alfa e l’omega di un ceto politico incapace di liberarsi dal conformismo
liberista.
Nella coscienza dei suoi protagonisti BCL è molto di più che una lista
cittadina: è l’inizio di una nuova storia e di una nuova geografia.
Intendiamo sperimentare un nuovo modo di operare, perché quello che sta
accadendo nell’economia globale e nella politica nazionale è solo la
premessa di un cataclisma politico, di una svolta antropologica
profondissima, i cui esiti sono al momento imprevedibili. Quel che è certo è
che solo la creazione di zone di resistenza umana, zone di sperimentazione
progettuale può aprire un orizzonte felice, nel cataclisma.
Bologna città libera non è un progetto locale. E’ il buco della serratura
che ci permette di guardare al panorama d’Europa.
E’ un esperimento metaforico, e la creazione di un virus destinato a
diffondersi, a dilagare nell’organismo malato dell’Europa in depressione.
Bologna città libera non si rivolge ai cittadini bolognesi se non per
parlare ai cittadini d’Europa.
Europa è sul punto del dissolvimento. I globalizzatori neoliberisti di ieri
si sono oggi trasformati in protezionisti nazionalisti, sotto il peso della
crisi devastante che sconvolge i mercati finanziari e l’industria.
Naturalmente Sarkozy Tremonti e Merkel non aprono bocca senza condannare il
protezionismo, ma lo fanno solo perché ciascuno di loro volente o nolente
non fa che allontanarsi dalla solidarietà economica europea. Dal momento che
finora Europa non è stato altro che un dispositivo economico e finanziario,
una volta che questo dispositivo si inceppa (e si sta inceppando) cos’altro
rimarrà se non la finzione del Parlamento di Strasburgo?
Il processo di costruzione europea, che finora si fondò sul principio della
privatizzazione, della riduzione dei costi del lavoro, dell’aumento dello
sfruttamento del lavoro, sta sfracellandosi sugli scogli della recessione.
La recessione non durerà un anno nè due nè quattordici. La recessione non
finirà mai per la semplice ragione che non è una recessione, ma è l’inizio
del processo di decrescita, è l’inizio della fuorisucita dalla storia
cinquecentennale del capitalismo moderno.
Dobbiamo ripensare l’Europa partendo dalla coscienza della fine della
crescita. Dobbiamo ripensare l’Europa come luogo di progettazione di forme
sociali di adattamento felice alla società della decrescita.
Riduzione dell’orario di lavoro.
Reddito indipendente dal lavoro: milleduecento euro per tutti i cittadini e
le cittadine europee che hanno compiuto diciotto anni.
Accesso gratuito alla scuola e all’università.
Deprivatizzazione dei servizi pubblici.
Deprivatizzazione dei consumi, dei trasporti, degli stili di vita.
Socializzazione delle imprese industriali che non sono in grado di
finanziare il proprio sviluppo.
Riduzione del consumo energetico.
Apertura delle frontiere.
Queste sono le linee di tendenza verso cui l’intelligenza collettiva (che in
Obama trova il suo simbolo e la sua speranza) vuol condurre l’intero pianeta
per evitare un’involuzione barbarica convulsiva e rabbiosa, incpace di
adeguarsi alla decrescita necessaria.
Queste sono le linee su cui dobbiamo lanciare una grande campagna per la
rifondazione della costruzione europea che le grandi corporation hanno usato
per aumentare i loro profitti e adesso abbandonano per ritornare nelle
braccia protettive dello stato.
Questo è il programma di Bologna città libera. Perché BCL non è solo una
lista cittadina, ma è l’inizio di una nuova storia e di una nuova geografia.
Finora BCL è cresciuta per linee interne, grazie a un tam tam sotterraneo
che ha chiamato fuori dalle cantine e dalle soffitte i lavoratori precari e
i dipendenti pubblici, gli operai, gli insegnanti e gli intellettuali non
conformisti e non codardi (anche se purtroppo i codardi sono in grande
maggioranza tra gli intellettuali di questa città).
Confidando solo sulle proprie forze BCL ha creato le condizioni per
estroflettersi, per uscire nel mondo.
Ma ora non basta più crescere per linee interne.
Ora è il momento di dispiegare il nostro messaggio A PIENA VOCE perché il
sistema dell’informazione punta sistematicamente a cancellare ogni voce non
dogmatica. Questo è quel che faremo nei prossimi tre mesi.
E chiedo ai ricombinanti di tutt’Europa che guardino a BCL come un annuncio,
come un appello, come un virus che presto si potrebbe diffondere dovunque.
Qui: http://liste.rekombinant.org/wws/arc/rekombinant/2009-03/msg00007.html
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“Energia dall’idrato di metano?”
Possibili e/o probabili conseguenze e/o concause
dell’effetto serra :
Si prevede un raddoppio della quantità di Co2 in atmosfera entro la fine del prossimo secolo. Si avranno sicuramente conseguenze a vari livelli:
1) Sul ciclo dell’acqua: progressivo scioglimento dei ghiacciai e dei nevai (che riflettono la luce del sole) con formazione di masse di acqua liquida (che assorbono, invece, i raggi solari), peggiorando ulteriormente la situazione;
Aumento del vapor’acqua che è anch’esso un gas serra;
Aumento delle nubi, che creano una copertura che trattiene il calore, con un effetto di riscaldamento, soprattutto notturno (le nubi però riflettono parte delle radiazioni nello spazio mitigando i loro effetti negativi).
2) Sulle foreste: secondo l’ipcc anche il cambiamento di un solo grado di temperatura metterebbe a repentaglio la vita di molte specie vegetali, che hanno degli ambiti di tolleranza assai ristretti.
3) Su praterie e pascoli: l’aumento dell’aridità potrebbe causare carestie e siccità sempre più gravi; aumenterà il contenuto di carbonio dell’erba a scapito dell’azoto, diminuendone il valore nutritivo per gli animali, favorendo invece lo sviluppo di specie legnose.
4) Su i deserti: essi saranno ancora più caldi con pochi, violenti temporali e possibilità di inondazioni e fenomeni erosivi.
5) Sulle montagne: si avrà una migrazione verso l’alto degli ecosistemi viventi, in maniera proporzionale all’aumento locale della temperatura. Lo spazio a disposizione sarà minore! Molte specie saranno quindi a rischio di estinzione.
6) Sui ghiacci: l’ipcc Indica che cambiamenti della criosfera, con il progressivo scioglimento dei ghiacciai e del perma-frost saranno la manifestazione dei mutamenti climatici più drammatica.
7) Su laghi fiumi e zone umide: si prevede una loro graduale diminuzione dovuta all’effetto delle perturbazioni del ciclo dell’acqua. Molte zone costiere e piccole isole potrebbero scomparire per il progressivo aumento del livello di mari ed oceani.
8) Conseguenze sulla salute: aumenteranno sia le zone colpite dalla siccità che quelle colpite da uragani e inondazioni, con tutte le conseguenze che ciò potrebbe comportare. Aumenterà inoltre l’incidenza di alcune forme di inquinamento, di varie forme di allergie da pollini e polveri; molti batteri e virus potrebbero diventare più virulenti.
In questa pagina dedicata ad un possibile inquinante dell’aria, “Idrato di Metano”. Vi chiederete perchè un argomento così diverso dalla meteorologia, ma anche correlato con essa. Tuttavia, questo componente potrebbe essere impiegato in alternativa come energia futura, ma anche produrre notevoli problemi per l’effetto serra. L’idrato di metano si presenta sotto forma di ghiaccio, questo giace nei fodali degli oceani ed in territori molto freddi sotto il manto terrestre, ma il cambiamento del clima ed il riscaldamento delle acque produrrebbe uno scioglimento di questa formazione solida che sprigionerebbe gas che entrando a contatto dell’ossigeno ne favorirebbe una diminuzione, in quanto le molecole di questo gas avrebbero il sopravvento su quelle dell’ossigeno facendo aumentare l’effetto serra. Inoltre questo gas ha una particolarità si infiamma ma non esplode.
Qui: http://www.sqtradiometeo.it/images/idrato%20di%20metano/idrato%20di%20metano.html
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Finalmente i nostri bambini in piscina hanno l’acqua calda e in modo più ecologico
“Inaugurazione della prima caldaia a cippato di Vinovo”
Torino, 27 febbraio 2009
Si inaugura domenica 1 marzo 2009 alle 11 nel teatro della scuola media Gioanetti in piazza Falcone e Borsellino – presenti le autorità – la prima caldaia a cippato di Vinovo, un impianto per la produzione di calore ecocompatibile. La centrale termica scalda due scuole (la Gioanetti e la Don Milani), la piscina e l’impianto sportivo di Vinovo, mandando in pensione quattro caldaie a metano oramai superate e più inquinanti. Ma oltre agli edifici pubblici, attraverso una mini rete di teleriscaldamento, la nuova caldaia distribuisce calore anche a 100 appartamenti del condominio privato di piazza Rey e via Stupinigi. L’opera, voluta dal Comune di Vinovo e progettata da Atc Torino, è costata 1.115.000 euro. La convenzione stipulata tra le due amministrazioni prevede che la gestione e la manutenzione dell’impianto siano affidate a Exe.Gesi, una società partecipata di Atc, che la gestirà per 18 anni.
Per il Comune il canone rimane invariato, con l’indubbio vantaggio di assicurarsi un unico referente, Atc, per la gestione dell’impianto. Alla fine della convezione la proprietà passerà al Comune.
Qui: http://portale.atc.torino.it/areastampa/CS%2020090224%20inaugurazione%20caldaia%20pellet.pdf
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I tulipani dei ponti di Torino
Massimo Gramellini
Appassito per mancanza di risorse, il Comune di Torino ha deciso di togliere gli addobbi floreali dai ponti della città. Insieme con le luci colorate che di notte ne illuminano (illuminavano?) gli angoli più suggestivi, i tulipani affacciati sul Po hanno contribuito a trasformare l’ex capitale dei visi grigi in un luogo di eleganti godurie. Col taglio di tulipani, viole e petunie si risparmieranno 250 mila euro, l’equivalente di cinque messe in piega dell’attrice Jennifer Aniston (notizia agra di ieri). Ma si ricomincerà a spennellare tristezza sul panorama, con effetti deprimenti per la psiche collettiva e per lo status di attrazione turistica conquistato di recente.
Questa crisi rischia davvero di abbruttirci. Ci abbruttisce nelle scelte collettive, dominate dalla retorica di chi si oppone all’abrogazione degli enti inutili e continua a sprecare denaro pubblico in convegni allucinanti e consulenze lobbistiche, ma in compenso cerca di far passare per superfluo il bello che invece superfluo non è mai, perché essendo bello riempie le anime, le quali non sono certo meno importanti delle pance.
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*una montagna di balle*
documentario_digitale_colore (aprile/2009)
60 min (disponibile versione inglese)
una produzione di insu^tv
da un’idea di Sabina Laddaga, Maurizio Braucci e Nicola Angrisano
con la voce narrante di Ascanio Celestini
con le musiche di Marco Messina
regia di Nicola Angrisano
Dal 2003 al 2009, un gruppo di videomakers, ha documentato la cosidetta
“emergenza rifiuti Campana” per svelarne gli ingranaggi, individuare
responsabilità e attori di quindici anni di “gestione straordinaria”.
Uno spettacolo costato miliardi di euro e decine di processi in corso.
Ma dove finiscono i rifiuti campani? Quali sono le ferite di una terra
bruciata e i danni alla salute di milioni di persone? Il più grande
disastro ecologico dell’Europa occidentale raccontato dalle voci delle
comunità in lotta. L’assalto ai fondi pubblici, le zone d’ombra della
democrazia, il boicottaggio della “differenziata”, le collusioni con le
ecomafie e le proposte di chi si interroga seriamente sulle alternative.
E se “vivere in emergenza”,fosse solo una strategia per accumulare
profitti!?
trailer [ita]
http://www.youtube.com/watch?v=ukzCMyb_Xx8
info [ita]
http://docutrashfilm.noblogs.org/
*una montagna di balle* è un autoproduzione, puoi aiutare a finanziarla
prenotando la tua copia in dvd su: produzioni dal basso
http://www.produzionidalbasso.com/pdb_321.html
contatti
balle@insutv.it
– sulla lista Rekombinant –
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La virtù della rigidità
Francesco Garibaldo – 09.03.2009
Il Financial Times del 22 Febbraio ha ospitato un articolo del professor Paul de Grawe dell’Università di Lovanio che sin dal titolo – la flessibilità cede il passo alle virtù della rigidità – indica un cambio di paradigma. La argomentazione piena di buon senso e chiarezza dovrebbe aprire una riflessione critica anche in Italia dove dobbiamo ancora sorbirci l’ennesima predica del professor Pietro Ichino sul Corriere della Sera del 23 Febbraio – è finito il tempo del “ma anche”.
De Grawe in sintesi spiega che in una deflazione da debiti, come quella in corso, se le istituzioni sociali sono troppo flessibili – ad esempio le imprese possono licenziare facilmente e tagliare i salari senza indugi – gli effetti negativi saranno ampliati a dismisura perché le insolvenze si aggiungono una sull’altra senza freni, dato che la spinta alla pauperizzazione di vaste masse di lavoratori non trova freni. In tali circostanze sono necessari degli “interruttori” che siano in grado di fermare la spirale perversa, frenando il meccanismo cumulativo. Ebbene – udite, udite -i paesi con salari rigidi, buona sicurezza occupazionale sociale sono più favoriti perché la deflazione da debiti trova un pavimento su cui fermarsi, insomma la società non può impoverirsi oltre un certo livello e, aggiungo io, le aziende sono costrette più rapidamente ad aggiustamenti strutturali, piuttosto che scaricare il costo per intero sul lavoro.
Qui:
http://www.economiaepolitica.it/index.php/lavoro-e-sindacato/le-virtu-della-rigidita/
Scorpacciate di risparmio o digiuno di investimenti?
Ugo Pagano – 09.03.2009
*L’autore è professore ordinario di politica economica nell’Università di Siena.
Le cause immediate della crisi sono fatte spesso risalire all’assenza di regolamentazione e alla politica espansiva della Fed che, mantenendo i tassi d’interesse artificialmente bassi, avrebbe provocato un’eccessiva offerta di risparmio. Come è ampiamente spiegato nei noti modelli di selezione avversa, quest’ultima avrebbe, a sua volta, provocato la formazione di un pool di debitori sempre più scadente con le conseguenze che sono ormai sotto gli occhi di tutti.
Secondo un articolo dell’Economist dello scorso gennaio un benefico “flow” di risparmio sarebbe diventato una disastrosa “flood” ma l’inondazione sarebbe dovuta più alle “global imbalances” generate all’estero che un frutto endogeno della economia e della politica americana.
In effetti, il governatore Bernanke sostiene da molto tempo che il ruolo della Fed nell’espansione del credito è stato marginale e che la causa ultima della crisi è stata una scorpacciata di risparmi (saving glut) cui gli Stati Uniti sono stati costretti a causa del massiccio afflusso di risparmi proveniente da altri paesi.
Qui:
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Energia alternativa grazie all’osmosi
Ottenere energia dai fiumi, ma senza realizzare dighe o costellarne il letto con minuscole turbine, senza influire sulla portata minima ne’ sfruttare un salto o un percorso in discesa, ma solo sfruttando la differenza di concentrazione salina che si registra in corrispondenza delle loro foci.
È quanto accadrà a partire dal mese di maggio a Tofte, cittadina costiera a 60 chilometri da Oslo, dove entrerà in funzione la prima centrale sperimentale a energia osmotica del mondo, il cui funzionamento si basa proprio sul processo naturale di osmosi, mediante il quale l’acqua passa da una soluzione diluita (“dolce”) a una più concentrata (“salata”).
Il processo di osmosi racchiude, infatti, una grande quantità di energia: basti dire che quella generata dal Reno quando sfocia nel Mare del Nord è quantificabile in circa 1 gigawatt di elettricità, ossia quanto basterebbe per alimentare 650 mila abitazioni.
Fonte: www.terranauta.it
Continua qui: http://www.scienzaegoverno.org/n/057/057_01.htm
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Come distruggere un cancro? (!?!)
I sali di bicarbonato di sodio, capaci di distruggere le Candidosi superficiali, cioè epiteliali come ad esempio il mughetto dei bambini, sono in grado di distruggere le Candidosi profonde, cioè i tumori. Una cura semplice con Bicarbonato di Sodio al 5%, innocua, economica (al di la’ delle prestazioni cliniche degli specialisti) e immediatamente efficace, e’ la possibile soluzione odierna, per una risposta vera, forte e risolutiva al cancro; per programmare nuovi studi, ricerche e metodi di cura.
By Presidente dott. Tullio Simoncini – Oncologo
E’ una balla colossale
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