E’ una rabbia che avvampa e rode
l’essere un corpo solo nudo
e rode l’essere un niente.
Rode il rifiuto a una goccia
che può solo andare al passo stolto
d’un fiume senza occhi e senza orecchie.
Rode questa rabbia disarmata e rode,
l’essere un urlo dalla gola tagliata.
Rode non scendere da questa torre,
perchè troppa sarebbe la vergogna
di calare nel buio,
ora che attraverso vi vedo, ora che so.
Rode l’essere senza terra
in questa terra che ha udito
il mio primo grido,
vinta dal disonore e dallo sputo.
Rode rimpiangere gli sconfitti cavalieri
e lasciarsi alle favole dei re e rode
sentire l’avvilente umiliazione
dei patrioti fermi nelle piazze
che ancor lottano
sommersi dal disonore e dallo sputo.
Rode dimenticarsi degli uomini
per amarli con pace
nell’oblio del moto puro della vita
che questi folli non conoscono
e che non conosceranno
perchè già vinti dalla morte.
Rode l’essere senza terra sulla terra
perchè è l’anima la mia terra.
(01.07.1992)
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